La "Val d'Aosta" non esiste
Mauro Caniggia Nicolotti & Luca Poggianti • 18 maggio 2020
La “Val d’Aosta” non esiste
Quante volte è utilizzato il termine Val d’Aosta invece di Valle d’Aosta? Valle d’Aosta e Vallée d’Aoste sono invece i nomi ufficiali della nostra terra, ma la tendenza al troncamento della parola “Valle” in “Val” è diffusissima.
Il nome corretto, dunque, è “Valle d’Aosta”, poiché con tale toponimo ci si riferisce in maniera unitaria all’insieme territoriale costituito dalla valle centrale, dalla quindicina di valli principali e da quelle secondarie che da esse dipartono.
Il troncare tale termine con “Val” potrebbe essere ammesso qualora ci si riferisse ad una singola valle e quindi “val d’Aosta” potrebbe essere corretto qualora ci si volesse riferire solamente a quella porzione di valle centrale in cui si trova la città di Aosta, ma sappiamo che non è così...
Anche in passato era utilizzato il nome “Valle d’Aosta”; l’origine deriva dal latino Vallis Augustana: la valle di Augusta Praetoria Salassorum, l’antica Aosta.
A partire dal XVI secolo - con l’adozione ufficiale della lingua francese in terra valdostana - nei documenti la Vallis Augustana si trasforma in “la Valdaouste” (nome probabilmente mutuato anche dal patois: “la Val d’Outa”). Successivamente, si trasforma ancora in “le Val d’Aoste”; probabilmente per identificare più una regione storico-geografica e amministrativa (ossia il “Duché d’Aoste” oppure il “Pays d’Aoste”) che morfologica.
Con l’arrivo dell’italiano, “Val d’Aoste/Val d’Outa” è stato tradotto da molti in “Val d’Aosta” che, come detto, è errato; anche se in lingua francese è accettato.
La Carta Costituzionale, lo Statuto Speciale e, prima ancora, i decreti luogotenenziali del 1945 hanno tutti sempre e solo utilizzato la formula “Valle d’Aosta”.
Volendo, infine, “spaccare il capello in quattro”, l’indicare in maiuscolo la “d” di “d’Aosta” costituirebbe un altro piccolo errore che bisognerebbe non commettere.(1)
(1) Testo tratto da: M. Caniggia Nicolotti, L. Poggianti, Idee, aspirazioni e percorso di autogoverno valdostano. La lungimiranza di un piccolo popolo, 2018, p. 14.
Quante volte è utilizzato il termine Val d’Aosta invece di Valle d’Aosta? Valle d’Aosta e Vallée d’Aoste sono invece i nomi ufficiali della nostra terra, ma la tendenza al troncamento della parola “Valle” in “Val” è diffusissima.
Il nome corretto, dunque, è “Valle d’Aosta”, poiché con tale toponimo ci si riferisce in maniera unitaria all’insieme territoriale costituito dalla valle centrale, dalla quindicina di valli principali e da quelle secondarie che da esse dipartono.
Il troncare tale termine con “Val” potrebbe essere ammesso qualora ci si riferisse ad una singola valle e quindi “val d’Aosta” potrebbe essere corretto qualora ci si volesse riferire solamente a quella porzione di valle centrale in cui si trova la città di Aosta, ma sappiamo che non è così...
Anche in passato era utilizzato il nome “Valle d’Aosta”; l’origine deriva dal latino Vallis Augustana: la valle di Augusta Praetoria Salassorum, l’antica Aosta.
A partire dal XVI secolo - con l’adozione ufficiale della lingua francese in terra valdostana - nei documenti la Vallis Augustana si trasforma in “la Valdaouste” (nome probabilmente mutuato anche dal patois: “la Val d’Outa”). Successivamente, si trasforma ancora in “le Val d’Aoste”; probabilmente per identificare più una regione storico-geografica e amministrativa (ossia il “Duché d’Aoste” oppure il “Pays d’Aoste”) che morfologica.
Con l’arrivo dell’italiano, “Val d’Aoste/Val d’Outa” è stato tradotto da molti in “Val d’Aosta” che, come detto, è errato; anche se in lingua francese è accettato.
La Carta Costituzionale, lo Statuto Speciale e, prima ancora, i decreti luogotenenziali del 1945 hanno tutti sempre e solo utilizzato la formula “Valle d’Aosta”.
Volendo, infine, “spaccare il capello in quattro”, l’indicare in maiuscolo la “d” di “d’Aosta” costituirebbe un altro piccolo errore che bisognerebbe non commettere.(1)
(1) Testo tratto da: M. Caniggia Nicolotti, L. Poggianti, Idee, aspirazioni e percorso di autogoverno valdostano. La lungimiranza di un piccolo popolo, 2018, p. 14.